Con l’arrivo di Maggio si avvicina quest’anno un importante avvenimento, di cui tutti parlano e tutti scrivono. Expo 2015 è alle porte e stimola una serie di domande e questioni cui si cerca di rispondere. Centoventi nazioni partecipano a quella che è presentata come una questione di sviluppo per la città di Milano e l’Italia. Padiglioni e stand interattivi dovrebbe consentire appunto la possibilità di esplorare e capire quali sono le eccellenze mondiali legate alla tematica dell’economia sostenibile.
Ma sarà davvero una opportunità? Prima ancora di provare a rispondere, molto ci colpisce che una delle poche opere realizzate in tempo sia stato proprio il grande ristorante di McDonald’s , che con la sua immensa M troneggia su tutta la fiera. McDonald’s fa parte di una lista di sponsor che fanno storcere il naso e fra cui si possono trovare CocaCola, Algida, Ferrero e molte altre multinazionali. Simboli emblematici di una modalità di nutrizione scorretta, la cui unica attenzione è quella – forse – di nutrire i dividendi ed i guadagni dei principali azionisti, più che un reale interesse al pianeta ed ai suoi abitanti. Poi si pensi che fra le varie opere proposte nel progetto iniziale sono state realizzate prevalentemente quelle relative agli spazi espositivi, mentre non vi è segno dei vari progetti per la città. Dei canali d’acqua, delle piste ciclabili così come della città dello sport o della biblioteca europea si sono perse le tracce. Ma del resto, bisognerebbe forse porsi domande più ampie, che tentino di considerare la questione più a monte. Se veramente la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi nel 2050 e se si continuerà a proporre uno modello economico – sociale prevalentemente basato sul consumo e sull’acquisto di merci ( con immani tragedie per chi di questo modello non fa parte, come quella di questi giorni), è forse inevitabile che la fiera espositiva mondiale si focalizzi solamente su questo. Non dovrebbe poi sorprendere, o almeno non sorprendere più tanto, che CocaCola e McDonald’s rappresentino l’Expo. Più che l’Expo in sè quindi occorre chiedersi quale modello di società stiamo costruendo ed andando ad esporre, tenendo a mente che i futuri trend alimentari potrebbero non essere più basati sulle nostre abituali consuetudini. Un modello di società che sentiamo essere basato più sulla performance che sull’accoglienza, più sul consumo che sul benessere. Sperando tuttavia di essere smentiti.
notizia molto interessante e scritta con grande equilibrio . Complimenti
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Grazie mille! Ecco il nostro parere dopo la visita : https://officinadelsapere.org/2015/05/15/siexpo-o-noexpo-il-parere-di-chi-ci-e-stato/
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