“Restiamo umani, anche quando l’umanità intorno a noi pare si perda”
Sono passate due settimane ormai dagli attentati che hanno sconvolto la Francia e e che così profondamente stanno segnando la nostra quotidianità. Ciò che ci ha colpito maggiormente, al di là degli aspetti reali, è il clima di paura e di tensione che si respira quotidianamente sia sui mass media che sia nella nostra vita di ogni giorno.
Sfogliando i quotidiani in questi giorni ciò che colpisce è la quantità di articoli, approfondimenti, saggi e opinioni che sono stati scritti portando a sostegno delle proprie tesi le più svariate ipotesi. Quello che ci chiediamo è – tuttavia – quale sia il significato di questo continuo discutere e insinuare continuamente l’abitudine alla paura. Benchè ciò sia in una qualche misura un fenomeno comprensibile colpisce che la nostra attenzione sia portata a focalizzarsi quasi senza sosta su ogni possibile futura tragedia, attentato o evento che questo o quel gruppo terroristico sicuramente compierà nei prossimi giorni. Alla paura si è portati a rispondere o meglio sarebbe dire a reagire con aggressività , che si tratti di militari o di comuni cittadini. Un processo che quindi porta l’essere umano a una re-azione immediata, quasi si trattasse di una sorta di raptus, rinununciando quindi alla possibilità di pensare e riflettere su quanto effettivamente si riesce a percepire di quanto stia succendendo. Un processo che di fatto allontana ed impoverisce da se stessi e che porta ad una sorta di appiattimento su tematiche o sensazioni che di fatto non possiamo scegliere se pensare.
Non abbiamo la pretesa di dare risposte che possano dirsi definitive , che colgano nella sua interezza quanto è accaduto. Ma pensiamo tuttavia che nonostante gli attentati di Parigi ciò che sia impellente fare sia non perdere il contatto con noi stessi , sopratutto con la nostra quotidianità ed i problemi che ci affliggono tutti ogni giorno. Preferiamo non prendere posizione pro o contro, non esprimere pareri categorici ( a tale proposito colpisce però il gran successo che stanno riscoprendo alcuni motti di Oriana Fallaci.. ) non pensare di poter raggiungere la verità assoluta. Preferiamo invece rimandarvi alle parole scritte in incipit. Le parole di un ragazzo italiano, Vittorio Arrigoni, testimone qualche anno fa della guerra a Gaza e ucciso poco tempo dopo da un commando di milizie salafite. Una persona “normale”, che però non ha mai smesso di stimolare alla riflessione ed alla critica. Restaimo Umani.