Sfogliando il Corriere della Sera ci siamo imbattuti in due articoli diversi , ma che ci hanno portato a riflettere su un possibile filo conduttore. Ci ha colpito infatti che da un lato la storica libreria “Puccini” di Milano sarà costretta alla chiusura mentre dall’altro propri in questi giorni è stata lanciata sul mercato una nuova innovazione tecnologica , per ora assai costosa.
Si tratta degli “Oculus Rift ” , nuovi visori per la realtà virtuale da salotto , che consentiranno di essere totalmente immersi in una nuova esperienza virtuale. Grazie a questo nuovo strumento , che ci fa pensare che il futuro sia già arrivato , potremmo infatti partecipare ad esperienze che ci porteranno in una realtà aumentata e coinvolgente sotto tutti i punti di vista. Se da un lato sarebbe sbagliato una demonizzazione a priori di questo nuovo strumento ci chiediamo però se la modalità di fruizione di videogiochi, film e più in generale cultura non possa essere di fatto svaluta o quantomeno in radicale contrasto con quella che è stata la tradizionale modalità di partecipazione ed accesso ad essa.
Sulla base di questa riflessione ci colpisce che anche i luoghi fisici , o per rifarci al mondo greco potremmo dire le “agorà culturali” della nostra città , siano ultimamente sempre più messi a dura prova fino ad arrivare alla chiusura. Oltre alla storica libreria Puccini, infatti, è notizia di questi mesi che , qui a Milano, chiuderanno anche lo spazio cinema Apollo o la libreria “Feltrinelli Corner” ed altri importanti luoghi in cui il confronto ed il dialogo con persone con interessi simili è sempre stato centrale. Una tendenza sociale che ci sembra stia andando nella direzione di una progressiva e crescente chiusura in se stessi , difficile da contrastare in virtù di abitudine e stili di comportamento ormai profondamente acquisiti e ben radicati in tutti noi.
Ci sorge spontaneo domandarci , quindi, se sia meglio o preferibile una “solitudine virtuale” o uno sforzo ed una fatica maggiore per andare verso una socialità ed un contatto umano almeno in parte condiviso.
ancora una volta mi complimento con la Redazione per la buona capacità di analisi e di riflessione che esercita nel tentativo di una migliore comprensione della realtà che ci circonda.
BRAVI !
Una stretta
Annamaria
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